mercoledì 30 settembre 2009

Toponomastica applicata

“Non posso credere che il Tamigi sia scomparso dalla mappa della metropolitana mentre ero fuori città”. Con questa esclamazione pubblicata su Twitter il sindaco di Londra, Boris Johnson, si è lamentato dell’inaspettata novità che ha trovato di ritorno da New
York. A pochi giorni dalla distribuzione della nuova piantina della London Underground, Johnson, si è accorto della scomparsa del percorso azzurro del fiume che bagna la città. L’innovazione grafica non gli è proprio piaciuta e l’ha fatto sapere a tutti attraverso Twitter.
Perché il Tamigi attraversa Londra e deve essere presente anche sulla mappa dei trasporti. Pensare che il tratto azzurro era stato cancellato per semplificare la grafica della piantina, ma né al primo cittadino, né agli altri londinesi è piaciuto il cambiamento. Lo dimostrano i messaggi ricevuti dal sito della BBC che definiscono la
novità “terribile”, “incredibilmente stupida” e “insultante per Londra”.
Oltre al valore pratico, c’è anche una motivazione storica: la grafica della London tube, infatti, si basa su un disegno degli anni ’30 di Harry Beck e Johnson, orgoglioso sindaco della “Greater London”, vuole che torni così com’era. Transport for London, la società che gestisce la complessa rete di trasporti pubblici della capitale inglese, ha garantito che il Tamigi tornerà al più presto tra l’arcobaleno delle
undici linee della metropolitana.
“Spero che i londinesi sapranno immaginare il corso del fiume fino a quando non comparirà di nuovo sulle mappe e non lo dimenticheranno”, ha commentato il mayor conservatore alla notizia che entro Natale verranno ristampate le mappe.
Così, dopo aver installato i led a risparmio energetico nei semafori della capitale, sostituito i vecchi autobus rossi a due piani preferendo un modello dotato di tetto con impianto fotovoltaico e dimostrato che perfino a Londra ci si può spostare comodamente in bici, Johnson prosegue la linea ecologica intelligente dei nuovi Tory.
Quella che gli inglesi preferiscono.

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